METEORE

Se volete comprendere come sia possibile lasciare il mondo per una vita di meditazione, andate alle Meteore! Lì, l’intensità dei colori, il grigio ruvido delle rocce, la solitudine ed il silenzio, vi aiuteranno a comprendere.

È novembre 2015 ed io ed Elena decidiamo un po’ su due piedi di partire. C’è un po’ di strada da fare, il tempo non è certo estivo ma promette bene, e…

 

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Forme incredibili…

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Il viaggio per le Meteore non è velocissimo, e ci occupa tutta una giornata. Così decidiamo due soste lungo strada: la prima alle Termopili, e la seconda a Lamia. Perché ci siamo fermate alle Termopili non è ovviamente il caso di dirlo, ma permettete un consiglio. Quando siete in Grecia, portatevi sempre dietro il costume da bagno! Qui alle Termopili, ad esempio, avremmo potuto immergerci nella calda sorgente d’acqua sulfurea che sgorga vicino all’autostrada. L’ingresso, fra l’altro, è gratuito. Ed entrate, ci saremmo ritrovate all’aperto, totalmente immerse nella natura. Sempre! Il costume da bagno: sempre! 🙂  
A Lamia ci siamo invece fermate per vedere il castello e consumare un veloce pranzo. L’atmosfera che abbiamo trovato ci è sembrata decisamente provinciale; in pratica, stando in centro a Lamia sembrava d’essere a Cremona, con molti locali nella piazza principale, tutti gremiti da persone del posto per il solito rito del caffè. Bello e rilassante, però! Circa il castello, che volevamo visitare evitando d’arrivare troppo tardi a destinazione, ne parlerò nel prossimo post.

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Ecco il nostro percorso, che prevede: Atene-Termopili-Lamia-Kalambaka.

 

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Fermata alle Termopili!

 

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Questa serie di monti anticamente era molto più vicina al mare di quanto non lo sia oggi; per capire lo svolgimento dell’antica battaglia tra gli Spartani e i Persiani bisogna, infatti, immaginare un diverso scenario naturale.

 

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Monumento a Leonida e agli Spartani. Sotto la statua del re spartano, le personificazioni del fiume Eurota e della catena montuosa del Taigeto, le due anime di Sparta. Certo, data l’enorme importanza dell’evento che si commemora, ci saremmo aspettate qualcosina in più…

 

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Ecco la piccola sorgente d’acqua calda… L’ideale per una pausa da un viaggio autunnale come il nostro.

 

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Elena ed io mentre ci godiamo il paesaggio da un piccolo portico (da qualche parte tra monasteri e rocce).

 

Dunque ripartiamo, direzione Nord-Ovest, verso l’interno. La strada è bella e viaggiamo spedite.

Giungiamo a Kalambaka, la città delle Meteore, e non crediamo ai nostri occhi: proprio sopra il nostro albergo dai prezzi super modici ed in stile pensione di montagna si erge la prima meteora che il viaggiatore incontra: uno sperone di roccia maestoso, severo, che sembra spuntare dal nulla. A Kalambaka il paesaggio non è stato eccessivamente violentato da brutture edilizie. Anzi, ha mantenuto una piacevole aria raccolta e modesta.

 

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Kalambaka vista da una delle Meteore.

 

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Felicità…!

 

Appena arrivate andiamo subito a vedere una chiesetta del X-XI secolo di cui abbiamo sentito parlare, e che ci consigliano pure alcune signore del luogo. Ha un pulpito centrale d’età paleocristiana, è tutta affrescata al suo interno con santi e diavoli dai colori vivacissimi e… Ma stanno facendo la messa cantata! Ci ritroviamo soltanto in sette, a seguire la funzione: noi due (su seggiole cigolanti), due fedeli che seguono attenti, due che cantano ed il prete la officia. Tutti in penombra, nel semi-buio, con noi due che, pur non capendo molto della liturgia, siamo però affascinate.

 

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Kalambaka dalla piccola chiesetta.

 

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L’entrata della chiesa. All’interno divieto assoluto di fotografia!

Uscite dalla chiesa, finiremo poi col passare tutta la domenica a girare monasteri! Per forza! Troppo bello! E naturalmente ci facciamo delle domande. Perché tutti questi monaci proprio alle Meteore? È vero che il luogo è decisamente speciale, però…

Veniamo a sapere che questi speroni di roccia (chiamati così come fossero caduti dal cielo), erano un’importante meta per chi voleva staccarsi dalla vita mondana e vivere in perfetta solitudine già dall’anno 1000 d. C. All’inizio gli eremiti si rifugiavano in piccole cavità della roccia, trascorrendo la vita in meditazione, ma successivamente vennero costruite delle chiese, con piccoli monasteri a lato, a cui si accedeva tramite delle specie di montacarichi. I monaci che volevano salire si ritrovavano letteralmente sospesi nel vuoto, su corde oscillanti. Scopriremo poi che proprio questa caratteristica di rifugi di difficile accesso conferirà a questi siti religiosi un ruolo di primo piano nella lotta di liberazione dall’impero Ottomano.

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Vedete quel “balconcino” sulla sinistra? Ecco, da lì venivano issati i monaci… Se non soffrivano di vertigini, di certo si godevano un bellissimo paesaggio!
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Notato qualcosa di strano? Ancora oggi il sistema di trasporto “per aria” è usato nei monasteri. Beh, devo ammettere che avrei preferito penzolare nel vuoto piuttosto che salire tutti quegli (innumerevoli) scalini! 😀

 

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Posare con un ventaccio contro e su un balcone a strapiombo, non è proprio comodissimo, ma ho vinto contro le condizioni meteorologiche avverse!

 

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Elena immersa nei colori dell’autunno delle Meteore.

Alcuni monasteri sono davvero enormi, altri sono più piccoli, però costruiti su punte altissime, a strapiombo… Ma il monastero che ci ha impressionato di più è stato primo, il più basso di tutti, dedicato ad Agios Nikolaos (San Nicola). In realtà non sarebbe giusto definirlo proprio un monastero, perché consiste solo in un piccolo edificio con un’affrescatissima e minuscola chiesetta in cui vive, in qualche stanza, un monaco, da vent’anni in completa solitudine. Ma in che altro modo definirlo?

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Il piccolo monastero di Agios Nikolaos.

 

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Il piccolo campanile sopra il monastero, circondato da rocce meravigliose. Oggi i colori del cielo sono fantastici e conferiscono alle pietre una luce propria.

 

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Che didascalia potrei mai scrivere? 😀

 

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Ii colori caldi dell’autunno mediterraneo delle Meteore.

 

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A volte meglio non guardare in basso!

 

Ogni monastero ha  una sua propria regola. Noi dovevamo coprirci sempre le gambe con un mantello, però potevamo andare quasi ovunque. Particolarmente piacevole è stato incontrare alcune suore gentilissime, che stavano accingendosi a scendere in paese per partecipare alla messa domenicale. Anche queste donne vivono meditando e seguendo una regola di rigida disciplina (e sempre in assoluto silenzio). La loro grande ospitalità ci ha regalato una sensazione di pace.

Cercare di descrivere i colori e l’atmosfera di questo luogo, per me che vivo in una metropoli come Atene e sono lontanissima dal sentire di questi monaci, è davvero molto difficile; alle Meteore bisogna venirci di persona e raccogliere ognuno le proprie impressioni. Sì, perché alla fine proprio delle impressioni resteranno, e lasceranno un ricordo unico! Quindi, ancora state aspettando? 😀

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Rocce dalle mille forme.

 

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Entusiasmo da ascesi spirituale.

 

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Non possiamo non immortalarci in questi splendidi colori.

 

Il turista può raggiungere i vari monasteri in diversi modi: con la propria auto, o con dei pullman organizzati che partono dalla cittadina in basso, o anche affittando un taxi per la giornata. Le strade sono moderne, e si incontrano persone di tutte le nazionalità. Noi abbiamo personalmente incontrato degli spagnoli molto simpatici (beh, gli spagnoli sono sempre simpatici!), che si sono messi a chiacchierare con Elena e ci hanno fatto compagnia.

Stanchissime, ma molto soddisfatte, siamo tornate in paese a goderci il meritato riposo! 😀

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