Il tempo a Mistrà è fermo. Appena si entra nel paesello, si viene inondati da una sensazione di… di… totale lentezza.
Mistrà sta sulle pendici del Taigeto, la catena di monti che forma la penisola centrale del Peloponneso. M’avevano detto di passarci assolutamente, poiché è un luogo unico e speciale; così, dopo Micene, Tirinto e Sparta, il mio fine settimana con le amiche Elisavet ed Elena (siamo nel Novembre 2015) prevederà anche la visita al piccolo centro.
Partiamo da Sparta nel tardo pomeriggio di sabato e arriviamo a destinazione in una decina di minuti. Per noi è già il momento di rilassarci, di goderci una bella cena. Abbiamo già deciso di visitare la zona la mattina seguente e quindi, per il momento, non ci resta che cenare e rilassarci in un alberghetto in cui passeremo la notte.
Le persone di Mistrà sono rilassate e gentili, e la prima impressione è delle migliori. Però un attimo! Mistrà… Mistrà… Mistrà mi ricorda qualcosa. Massì! Il Mistrà! L’amaro all’anice! Ci sarà una relazione tra il liquore italiano e questo piccolo paese? Sul web trovo subito la risposta: i Veneziani tennero Mistrà per circa vent’anni tra il Seicento e il Settecento e dalla città importarono il tipico ouzo, la bevanda alcolica al gusto di anice. Bevanda che, per l’appunto, ribattezzarono poi Mistrà.
Svegliandoci di buon mattino (non troppo presto, è pur sempre domenica) abbiamo il tempo per una lunga colazione nella piazzetta del paese. E così, dopo l’abbondante caffè, siamo ben pronte a salire…
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Dico ‘salire’, perché l’antica Mistrà, quella bizantina, di sentieri e chiese, e quella poi più antica ancora della “fortezza Mistrà” (e delle case degli aristocratici) è ovviamente situata sopra il paesino moderno.
Le sensazioni mentre saliamo? Molte chiese e abitazioni bizantine sono diroccate, e questo dona al paesaggio un carattere davvero unico. Le pietre si fondono col verde intenso della vegetazione arborea, e le numerose piante rampicanti… Ma lascio alle fotografie il compito di descrivere meglio.
All’interno d’un bel chiostro scopriamo un piccolo museo. Per la verità, qui le tracce antiche si trovano ovunque si volga lo sguardo, poiché (come ovunque avvenuto), le grandi vestigia urbane del circondario sono state riutilizzate a favore della città più moderna. E siccome in questo caso la “fonte antica” da cui prelevare era la vicina Sparta (dove oggi resta infatti ben poco), qui si trovano ovunque bellissimi ed unici capitelli marmorei, e pavimentazioni davvero speciali, e tanti altri piccoli particolari. Addirittura, nella Mistrà bizantina, tra santi e monasteri scopriamo una bellissima lastra marmorea raffigurante l’ascensione al cielo di Alessandro Magno trainato da due grifoni. Che meraviglia! Che sorpresa! Proprio qui! Io, non so se lo sapete, ho una personale debolezza per Alessandro fin dai tempi della tesina di maturità…
Saliamo, saliamo, saliamo… La salita è pur sempre salita, ma la natura è meravigliosa, sta iniziando dolcemente l’autunno, e le foglie giallognole degli alberi si alternano a coloratissimi fiori che ricordano la trascorsa primavera. Arriviamo fino in cima, dove anticamente si trovavano le abitazioni aristocratiche. Oggi ci sono mura qui e là che, assieme alla natura lussureggiante, ispirano altri tempi e altri luoghi.